Cameraria ohridella

Cameraria dell'ippocastano

Che cosa è

La minatrice fogliare dell’ippocastano (Cameraria ohridella) è un lepidottero fillominatore proveniente dai Balcani ed oggi diffuso in tutta Europa, che colpisce esclusivamente l’ippocastano (Aesculus hippocastanum), in particolare quello a fiori bianchi, mentre le varietà a fiori rossi (Aesculus carnea) in genere vengono colpite di meno. L’adulto lungo pochi mm si presenta di colore bruno con ali anteriori color ocra scuro con striature bianco-argentee.

Scarica il PDF

Descrizione e ciclo

C. ohridella compie in media 4-5 generazioni ed è visibile dal mese di aprile a settembre/ottobre. Il ciclo biologico del lepidottero inizia con la deposizione di 20-40 uova da parte di ogni adulto di prima generazione (ad aprile/maggio).

Lo stadio successivo è quello di larva (lunga da 1,5 a 5 mm - foto 3) il cui sviluppo dura circa 4 settimane e passa per 5 stadi. La larva scava una galleria (chiamata mina) nelle foglie e, una volta giunta a maturità, costituisce un bozzolo di seta all’interno della mina scavata.

La crisalide che si genera dalla larva ha una lunghezza di 3-5 mm (foto 4); le crisalidi dell’ultima generazione svernano in stato di quiescenza nelle foglie cadute al suolo.

Sintomi e danni

I principali danni causati dal lepidottero sono legati alla formazione di mine da parte delle larve che, durante il loro sviluppo, si nutrono all’interno delle foglie. Le mine possono arrivare a misurare fino a 4 cm (foto 5) e all’inizio del ciclo sono presenti solamente nella parte più bassa della chioma per poi passare, con il trascorrere delle generazioni e della stagione vegetativa, nelle foglie più alte.

La conseguenza più grave è la notevole riduzione dell’attività fotosintetica, con caduta anticipata delle foglie, già nei mesi di luglio ed agosto, con conseguente forte stress fisiologico e indebolimento generale della pianta, che diventa suscettibile anche ad altre fitopatie.

La pianta può poi rifiorire in autunno. Durante l’ovideposizione gli adulti invadono non solo i tronchi dell’ippocastano ma anche altre superfici circostanti.

La lotta

Il primo e più diretto elemento di lotta alla Cameraria dell’ippocastano si basa sulla rimozione e distruzione delle foglie cadute in autunno che contengono le crisalidi svernanti. E’ ormai chiaro, infatti, che questa tecnica agronomica è di grande importanza per la riduzione dell’attacco del lepidottero nell’anno successivo.

La prima comparsa degli adulti viene monitorata anche con l’ausilio di trappole a feromoni, una ogni 25-30 metri di distanza posizionate sulle branche basse della pianta. Nella lotta diretta alla Cameraria con
trattamenti alla chioma è possibile utilizzare principi attivi biologici a base di azadiractina.

L’azadiractina agisce come regolatore naturale di crescita impedendo la fase della muta. Il trattamento va posizionato in corrispondenza della schiusa delle uova della prima e seconda generazione (metà
maggio). Sono possibili anche trattamenti endoterapici a fine fioritura con iniezioni al tronco con prodotti fitosanitari autorizzati per questo uso (foto 8). Al fine di favorire la rapida degradazione delle foglie cadute a terra è consigliato effettuare l’interramento delle stesse.

Le vostre segnalazioni possono contribuire ad individuare la presenza dell'organismo nocivo e a limitarne i possibili danni. Contattate il Servizio Fitosanitario della Regione Umbria scrivendo a
fitosanitario@regione.umbria.it.