Pseudomonas syringae

Cancro batterico dell'actnidia

Pseudomonas Syringae PV. Actinidiae

La prima segnalazione della malattia in Italia risale al 1992 nella Regione Lazio, su A. deliciosa cv. “Hayward”. Successivamente sono stati riscontrati sintomi a carico di piante di Actinidia chinensis varietà Hort16 A, ed in misura minore su Jin Tao. La fitopatia è presente sia in Emilia Romagna che in Veneto. A tutt'oggi non si hanno segnalazioni della malattia nella Regione Umbria dove peraltro la superficie interessata risulta essere di modesta entità.

Scarica il PDF

Sintomi

Il batterio si riscontra nei vasi penetrando attraverso gli stomi e ferite causate da agenti diversi con temperature ottimali comprese trai 15 e i 25°C.

La malattia può avere differenti manifestazioni con decorsi che possono portare alla morte della pianta in breve tempo. I sintomi conclamati si manifestano in pieno inverno-inizio primavera, a carico dei cordoni principali e del tronco con formazione di cancri da cui fuoriesce un essudato di colore biancastro che, successivamente, vira al caratteristico rosso ruggine.

Successivamente si assiste a fessurazioni della corteccia la cui rimozione rivela in corrispondenza dei tessuti colpiti una colorazione bruna del tessuto floematico e del legno giovane. In primavera si possono riscontrare sintomi sulle foglie con aree necrotiche di forma irregolare ma tendenzialmente angolari diffuse su tutto il lembo. Inoltre si possono avere disseccamenti dei giovani germogli e dei rami

Modalità di diffusione

L'utilizzo di materiale vivaistico infetto permette al batterio di colonizzare nuove aree.

La diffusione a livello locale si ha in presenza di fattori climatici che causano ferite alle piante quali grandine, gelate tardive, vento, piogge intense nonché mediante le operazioni colturali quali la potatura e la raccolta dei frutti.

Controllo

Gli impianti dovrebbero essere dotati di irrigazione a goccia. Da evitare irrigazioni sovrachioma e ristagni idrici. Effettuare potature razionali al fine di consentire l'arieggiamento della chioma. Occorre disinfettare gli attrezzi di potatura con ipoclorito di sodio (varechina) o altri disinfettanti.

A carico delle piante parzialmente infette vanno eseguiti tagli al fine di eliminare le parti colpite fino a una distanza di 40 cm dalla presenza dei sintomi. Le parti rimosse debbono essere allontanate dal campo e bruciate così come le piante completamente attaccate.

Difesa Chimica

La difesa verte sull'impiego di prodotti rameici con le relative limitazioni (28 Kg di rame in sette anni). In assenza di malattia si consiglia di intervenire nei seguenti periodi:

  • dopo la raccolta;
  • caduta foglie;
  • dopo la potatura;
  • dopo eventuali grandinate e gelate.

Negli impianti infetti sono consigliabili ulteriori interventi:

  • nella fase di germogliamento dopo le piogge
  • nella fase di caduta foglie.

Le vostre segnalazioni possono contribuire ad individuare la presenza dell'organismo nocivo e a limitarne i possibili danni. Contattate il Servizio Fitosanitario della Regione Umbria scrivendo a
fitosanitario@regione.umbria.it.