Cancro colorato del platano
La più grave malattia del Platano
Il cancro colorato del platano, causato da Ceratocystis platani (J. M. Walter) Engelbr. & T. C. Harr. (sin. Ceratocystis fimbriata Ell. Et Halsted f. sp. platani Walter), fungo ascomicete, è, ad oggi, la più grave malattia del platano. Colpisce il platano occidentale (molto presente nei viali e nei parchi cittadini dell’Umbria), il platano orientale (più tipico delle regioni meridionali) e i loro ibridi.
Descrizione e ciclo
Il cancro colorato è una malattia vascolare estremamente aggressiva che compromette tutte le parti legnose della pianta. Il micelio del fungo penetra nell’albero attraverso ferite (da potatura, da scavi, da morsi di animali) e dall’unione tra radici vicine di platani infetti.
Anche la pioggia, il vento e l’acqua dei fossi di scolo possono veicolare la malattia. Le forme asessuate svernanti del fungo restano nel legno morto e nella segatura anche per cinque anni.
Danni
In primavera-estate si notano dei disseccamenti improvvisi di branche dovuti a mancata traslocazione della linfa per ostruzione dei vasi legnosi. Le ferite non rimarginano mai e sono le principali vie di ingresso della malattia.
Il decorso della malattia può essere acuto, con disseccamenti improvvisi di branche o dell’intera chioma, oppure cronico, più lento (2-3 anni), con ingiallimenti e deperimento progressivo della pianta.
Il legno infetto è bluastro e dà alla corteccia superiore un colore vinato, simili a fiammate. In corrispondenza delle necrosi, asportando la corteccia, sono osservabili alterazioni cromatiche scure.
Tipiche di questa malattia sono le risorgenze cioè imbrunimenti e annerimenti sottocorticali che derivano da uno sviluppo in senso radiale della malattia. Sul tronco e sulle branche si notano cancri più o meno estesi con fessurazioni longitudinali della corteccia e nuovi getti al di sotto o a lato degli stessi.
Diffusione
Introdotto in Europa dagli Stati Uniti di America durante la seconda guerra mondiale, si è rivelato distruttivo per i platani delle aree urbane di molte nazioni, in particolare Grecia, Turchia, area della ex Jugoslavia, Francia e Italia costiera. In Toscana c’è stato il primo ritrovamento europeo. In Umbria
non è segnalato alcun caso.
La lotta
La lotta al temibile fungo è sancita dal DM 29/02/12 del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che sostituisce e completa un vecchio decreto del 1998.
Il Servizio Fitosanitario Regionale attua il decreto attraverso il controllo della presenza del patogeno a campione sul territorio e la verifica puntuale delle alberature per cui sono richiesti interventi di abbattimento o potatura.
Non esistendo una cura, l’abbattimento è obbligatorio nel caso di piante infette e riguarda anche le piante immediatamente vicine, nel caso di viali. Nelle aree indenni, è necessario osservare alcune precauzioni tecniche:
- eseguire le potature nel periodo invernale, riducendo al minimo il numero e il diametro dei tagli;
- disinfettare i tagli più grandi con prodotti rameici e le attrezzature impiegate con varichina;
- evitare gli scavi in prossimità dei platani e disinfettate dopo taglio netto le eventuali ferite cagionate;
- adottare ampi sesti di impianto, meno favorevoli alla malattia.
Solo da poco in Francia è stato creato un clone resistente, Platanor® Vallis Clausa, reperibile in Italia.