Occhio di Pavone
Micosi fogliare, una delle principali avversità per l’olivo
L’Occhio di pavone o Cicloconio è una micosi fogliare che rappresenta una delle principali avversità per l’olivo. La malattia è causata dal fungo Spilocaea oleagina Cast. Hugh e il nome “Occhio di pavone” deriva dalla forma e dal colore delle macchie che la malattia causa sulle foglie dell’olivo, simili agli ocelli presenti nelle penne del pavone.
Descrizione e ciclo
L’occhio di pavone colpisce tutti gli organi verdi della pianta. I sintomi caratteristici di questa malattia sono visibili sulla pagina superiore delle foglie e consistono in anelli tondeggianti, concentrici, di colore bruno contorniati da un alone giallastro.
Il fungo si diffonde attraverso spore agamiche (conidi), che germinano con periodi piovosi o umidi di almeno 2-3 giorni; tali spore, trasportate dal vento e dalla pioggia, si depositano sugli organi sani della pianta e riescono a penetrare nella cuticola e a sviluppare il micelio nello strato sub-cuticulare.
Le foglie attaccate successivamente cadono a terra. La durata dell’incubazione della malattia, periodo compreso tra l’infezione determinata dal contatto delle spore con i tessuti vegetali e la comparsa delle macchie, può variare nel nostro ambiente dai 3 ai 5 mesi.
Diffusione
Questo fungo parassita è diffuso in tutto l’areale di coltivazione dell’olivo. Rimane vitale nei tessuti della pianta per tutto l’anno, con periodi di quiescenza durante le stagioni sfavorevoli invernali (sotto i 5°C) ed estive (sopra i 25°C).
Sintomi
Un attacco di questa malattia indebolisce e riduce la produttività della pianta. I danni maggiori si hanno negli oliveti poco ventilati, con chiome troppo fitte o eccessivamente concimati con azoto.
Si manifestano con la caduta precoce delle foglie infette che determinano una riduzione della funzione vegetativa della pianta con relativa influenza sulla differenziazione delle gemme a fiore e con conseguente riduzione della produzione dell’anno successivo.
Inoltre, in conseguenza di ripetuti attacchi del fungo Spilocaea oleaginea, la defogliazione porta ad un generale indebolimento della pianta e ad un progressivo disseccamento di una parte dei rami e delle branche. In generale, i danni provocati dalla malattia dipendono dalle condizioni climatiche e dallo stato di suscettibilità delle piante.
Una corretta gestione dell’oliveto in termini di potatura e concimazione può quindi di ridurre gli attacchi di Spilocaea oleagina.
Difesa
La strategia di difesa si basa sui due classici interventi: il primo primaverile e il secondo a fine estate con prodotti rameici. Se l’oliveto presenta elevate infezioni può risultare utile un intervento prima della ripresa vegetativa con prodotti rameici che consente di ridurre l’inoculo in quanto si ha la caduta a terra delle foglie infette in seguito all’azione fitotossica del rame.
Successivamente, prima della fioritura, quando si sono formati i primi 3-4 nodi fogliari va effettuato un secondo intervento per proteggere la vegetazione che si è appena formata. L’intervento di fine estate consente di proteggere la vegetazione da eventuali infezioni che si potrebbero verificare per il realizzarsi, in tale periodo, di condizioni favorevoli (piogge e valori termici) agli attacchi.
E’ possibile anche l’utilizzo della sostanza attiva “dodina” che non provoca la caduta delle foglie. E’ stata, infine, registrata per il controllo dell’occhio di pavone la miscela Tryfloxystrobin + Tebuconazolo, di cui all’attualità, comunque, non è previsto l’impiego nel disciplinare di difesa integrata della Regione Umbria.