Plum pox virus

Sharka delle drupacee

Vaiolatura delle drupacee

La vaiolatura delle drupacee è causata dal Plum Pox Virus, meglio noto con l’acronimo internazionale di PPV, che attualmente è la virosi più pericolosa delle drupacee. Sono fortemente suscettibili alla malattia i fruttiferi appartenenti al genere Prunus come albicocco, pesco, susino europeo e cinogiapponese, ciliegio acido e dolce, mirabolano, mandorlo, oltre ad alcune ornamentali come il prugnolo, i laurocerasi e il Prunus pissardii.

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La virosi, segnalata in tutta Europa, oltre che in Nord Africa, Medio Oriente, Nord e Sud America, è comparsa in Italia per la prima volta nel 1973 in Alto Adige e si è diffusa rapidamente in tutte le regioni a vocazione frutticola; ad oggi non è presente in Umbria.

Sintomi

L’infezione si manifesta in maniera irregolare e spesso interessa pochi rami o addirittura poche foglie e frutti. La sintomatologia varia in relazione alla suscettibilità varietale, alle condizioni ambientali e alla tipologia del ceppo virale che ha provocato la malattia.

Le foglie presentano fiammeggiature clorotiche e maculature ad anello (albicocco), i frutti possono avere anulature e deformazioni (pesco e susino), oltre a presentare le tipiche tacche rotondeggianti di colore chiaro sul nocciolo (albicocco).

È tipica la sintomatologia sui fiori di pesco, che presentano screziature sui petali. Sulla corteccia sono visibili anelli rossastri. I frutti colpiti, in corrispondenza delle depressioni, hanno tessuti spugnosi ed imbruniti e cadono prima della maturazione.

Diffusione

Sono stati individuati 8 diversi ceppi del virus PPV, ma solamente 4 sono presenti in Italia. La trasmissione dell’infezione può avvenire per via primaria attraverso l’uso di materiale infetto come portainnesti, marze, talee oppure, per via secondaria, ad opera di diverse specie di afidi, responsabili della diffusione della malattia dalle zone ove è già stata segnalata.

La trasmissione dell’infezione tramite afidi avviene attraverso brevi punture di assaggio, con le quali acquisiscono particelle virali che poi trasmettono alle piante sane (diffusione di tipo meccanico – non persistente). L’efficacia della diffusione è legata al ceppo del virus e alla varietà del fruttifero saggiato.

Varietà resistenti o tolleranti necessitano di popolazioni di afidi più numerose e di un tempo più lungo. In un frutteto di albicocco possono essere necessari 8 – 10 anni perché la malattia sia diffusa a tutte le piante, mentre in un pescheto sono sufficienti 4 – 5 anni. Non è stata dimostrata la trasmissione con attrezzi da taglio.

La lotta

La lotta, trattandosi di una malattia causata da un virus, si basa esclusivamente sulla prevenzione e a tale proposito è in vigore su tutto il territorio nazionale il Decreto Ministeriale del 28 luglio 2009 per la “Lotta obbligatoria per il controllo del virus, agente della vaiolatura delle drupacee (Sharka)”, che modifica i precedenti decreti ministeriali del 1992 e del 1996 e prevede tra l’altro che annualmente i servizi fitosanitari regionali effettuino controlli presso le aree suscettibili al PPV come i vivai di fruttiferi e gli impianti di albicocco, pesco, susino e ciliegio.

I controlli sono visivi ed eventualmente, nei casi sospetti, analitici. La diagnosi precoce della presenza della malattia con l’immediata distruzione delle piante infette è l’unico strumento per circoscrivere i focolai e contenere il rischio di diffusione attraverso gli afidi.

Danni e somiglianza con altre virosi

Il PPV riduce drasticamente la produzione e la qualità organolettica dei frutti prodotti in tutte le specie. Il riconoscimento di questa malattia necessita di un’indagine scrupolosa in quanto i sintomi si distribuiscono in modo irregolare sulla vegetazione e non compromettono la crescita della pianta; inoltre il PPV può essere confuso con altre infezioni virali o, con squilibri nutrizionali, come concimazioni eccessive di K e N, come ad esempio la maculatura anulare necrotica delle drupacee (PNRSV) o la maculatura clorotica fogliare del melo (APCLSV) o la butteratura dell’endocarpo delle albicocche oppure maculatura anulare necrotica del Prunus (PNRV) o la falsa vaiolatura delle pesche e delle nettarine causata dal virus ACLSV, o ancora la butteratura dell’endocarpo delle albicocche.

Il Servizio fitosanitario regionale provvede attraverso la rete laboratoristica nazionale alle analisi con metodi sierologici e molecolari e accerta la presenza del virus.

Raccomandazioni

Il Decreto Ministeriale obbliga chiunque a denunciare ogni caso sospetto al Servizio fitosanitario regionale. Tale raccomandazione è estesa anche alle ditte che operano nel settore commerciale e della trasformazione, che devono segnalare il ritrovamento di frutti con sintomi sospetti. L’estirpazione e la distruzione delle piante è a cura e a spese dei proprietari e dovrà avvenire sotto il controllo del personale del Servizio fitosanitario regionale.

Come per tutte le malattie da virus delle piante non è possibile ricorrere a trattamenti curativi. Per prevenire la diffusione della sharka è necessario:

  • realizzare i nuovi impianti con piante certificate;
  • monitorare costantemente i propri frutteti e le piante madri nei vivai;
  • segnalare tempestivamente ogni caso sospetto al servizio fitosanitario regionale per una corretta diagnosi;
  • estirpare e distruggere le piante infette appena è stata accertata la presenza del virus;
  • evitare la diffusione secondaria del virus ad opera degli afidi vettori; è importante controllare le piante in fase di fioritura su pesco mentre per le altre specie il periodo migliore per i controlli è l’inizio della ripresa vegetativa;
  • intervenire con prodotti abbattenti contro gli afidi presenti sulle drupacee secondo le linee operative indicate dai disciplinari di difesa regionali;
  • evitare di reimpiantare in aree con forte presenza della malattia.
Le vostre segnalazioni possono contribuire ad individuare la presenza dell'organismo nocivo e a limitarne i possibili danni. Contattate il Servizio Fitosanitario della Regione Umbria scrivendo a
fitosanitario@regione.umbria.it.